Colostro, aronia & Co.

21. April 2020

 


Dall’inizio dell’anno le direttive di Bio Suisse includono per la prima volta un’istruzione relativa agli integratori alimentari (PDF, da pagina 291 delle direttive). Essa stabilisce quali requisiti devono essere rispettati affinché i preparati dosati come capsule o compresse, ma anche polveri, granulati e liquidi possano essere insigniti della Gemma. Una novità che faciliterà ai produttori, agli elaboratori e ai commercianti di tali prodotti l’accesso alla Gemma e che dovrà schiudere nuove prospettive. Un pensiero che la presidenza di Bio Suisse aveva già avuto nel 2004, ma che nel 2008 era stato nuovamente abbandonato. Tra l’altro per motivi d’immagine.

In passato, generalmente solo pochi integratori alimentari riuscivano a qualificarsi per la Gemma. Anche solo perché nella loro forma corrispondevano a una categoria di alimenti già menzionata nelle direttive. Un classico esempio sono i prodotti a base di colostro dell’azienda zughese Swiss Bio Colostrum. In questo caso si tratta semplicemente di latte in polvere da latte certificato di mucche, capre e pecore. In questo modo, per anni è stato possibile eludere elegantemente il divieto generale vigente in passato per gli integratori alimentari – e in fondo il colostro in polvere non è nient’altro che questo. Tuttavia, quando arrivò il giorno in cui la suddetta azienda oltre alla polvere volle produrre anche capsule di qualità Gemma, in un primo momento i responsabili di Bio Suisse risposero «niet!».
 

 

Colostro


Tale atteggiamento era spiegato da un documento interno, il quale riassumeva la nuova valutazione degli integratori alimentari da parte di Bio Suisse negli anni dal 2014 al 2015. Esso afferma che, a causa della forma in cui vengono proposte, capsule e compresse prometterebbero ingannevolmente un effetto specifico per la salute che probabilmente non sussiste. Inoltre la pastigliatura sarebbe una trasformazione inutile e in parte richiederebbe l’utilizzo di sostanze di rivestimento. Anche l’incapsulatura di oli è stata valutata come confezionamento non necessario. Il documento si esprime invece a favore dei prodotti dal carattere di normali ingredienti alimentari. Naturali e trasformati in modo rispettoso, ad esempio alghe in polvere, succo di erba di grano, polvere di acerola o concentrato di carote.

Tralasciando per un momento gli aspetti della trasformazione e del confezionamento, in effetti la questione del dosaggio rappresenta un punto saliente. «Prendiamo una semplice confezione di latte in polvere. Forse vi si trova indicata una raccomandazione per il consumo, ma alla fine quanto ne miscelo con acqua e quanto ne bevo è lasciato a me», spiega Simone Hartong, responsabile per la licenza di integratori alimentari presso Bio Suisse. Per le compresse e le capsule, invece, si tratta di istruzioni per l’uso specifiche. «In questo caso si spiega che si deve assumere un tot di compresse al giorno e in che modo.» Ad esempio, per rinforzare il sistema immunitario. E proprio in questo gli integratori alimentari si differenziano notevolmente dagli alimenti o dagli ingredienti alimentari: un altro motivo per cui Bio Suisse si è lungamente opposta all’ammissione di tali preparati in pillole, nonostante le regolari richieste da parte dei produttori.

Olivello spinoso


Il cambio di rotta si è avuto nel 2017, con l’entrata in vigore della nuova Ordinanza federale sugli integratori alimentari. Fino ad allora essi erano integrati nell’ordinanza sulle derrate alimentari speciali, insieme alle vitamine e ai minerali che potevano essere aggiunti agli alimenti. Solo questa separazione da parte del legislatore aveva fatto sì che la commissione della qualità di Bio Suisse rivedesse le sue opinioni in merito alla tematica. Di conseguenza i responsabili avevano deciso di includere in futuro gli integratori alimentari nelle direttive, cosa che è avvenuta definitivamente a partire dal 2019.

Nel gennaio dello stesso anno è stata pubblicata una prima scheda in proposito, seguita quindi dalla relativa istruzione, valida da gennaio 2020. Tra l’altro, essa afferma che sono ammessi solo prodotti da ingredienti naturali, tipici degli alimenti. «Il carattere di alimento deve essere conservato», afferma Simone Hartong. Cita l’esempio del cavolo piuma: se ne possono far seccare le fibre vegetali, macinarle o polverizzarle. Si tratta sempre di cavolo piuma con tutte le sue parti essenziali, semplicemente ha un aspetto diverso.

Alga


Altre procedure consentite sono tra l’altro la distillazione, la fermentazione (ad esempio il lievito di birra), la pressatura (olio), la pastorizzazione o la microincapsulatura. Sono ammesse anche determinate forme di estrazione, dice Simone Hartong, purché si tratti di solventi delicati, ad esempio acqua, alcol o CO2. «Quello che invece non va assolutamente bene è estrarre e isolare singoli componenti, ad esempio una vitamina, perché in questo caso non si tratta più di un alimento.»

Viceversa, a un integratore alimentare non dovrebbero essere aggiunti vitamine, minerali, oligoelementi o altre sostanze nutritive speciali. «E ancor meno quelli prodotti per sintesi chimica», afferma Simone Hartong. È una questione di principio. Inoltre gli alimenti Gemma contengono già per loro natura una quantità sufficiente di vitamine e di sostanze nutritive. Arricchirli non avrebbe alcun senso. Allo stesso modo, la commissione del marchio trasformazione e commercio di Bio Suisse considera senza senso l’ammissione di compresse effervescenti. Ha rifiutato questa forma di somministrazione perché necessiterebbe di ulteriori additivi e perché secondo il suo parere le normali compresse sono già abbastanza.

Aronia


Attualmente vi sono due aziende che producono e distribuiscono integratori alimentari certificati Gemma. La già menzionata Swiss Bio Colostrum con i suoi prodotti a base di colostro e l’azienda lucernese Progress con una polvere ottenuta da bacche di aronia. Ma in questo momento è tutto qui. «Ciò ha sicuramente a che vedere anche con il fatto che non abbiamo ancora ampiamente pubblicizzato le possibilità nel settore», dice Simone Hartong. Il mercato ci sarebbe già: ciò è dimostrato dall’offerta disponibile di integratori alimentari prodotti in modo biologico. Si pensi solo alle capsule di açaí o alle compresse di olivello spinoso. «Personalmente vedo del grande potenziale nella trasformazione in azienda. Così nelle aziende agricole, ad esempio, sarebbe possibile produrre polvere di verdura e di frutta in modo semplice e redditizio.»

Contatto: simone.notexisting@nodomain.comhartong@bio-suisse.notexisting@nodomain.comch, tel. 061 204 66 52


Testo: René Schulte, Bio Suisse/Bioaktuell
Foto: Sewcream/depositphotos.com; TinaStudio/www.tina-studio.com (CC BY-SA 3.0, cropped); rcpsi/depositphotos.com; AntonMatyukha/depositphotos.com; Goran Horvat/pixabay.com
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